Ad oggi, sono diverse le regioni in cui si affermano specifiche declinazioni della ricetta tradizionale. Scopriamone alcune.
In Lombardia, tra le versioni più note, troviamo l’Amaretto di Gallarate e il Nocciolino di Canzo. Il primo è celebre per la sua forma irregolare e per la sua consistenza: si tratta infatti di un pasticcino dalla superficie caratterizzata da piccole creste che consentono di ottenere una consistenza croccante all’esterno, ma morbida all’interno. I Nocciolini di Canzo, invece, ricordano nella loro forma e nella consistenza l’amaretto classico, ma, come suggerisce il loro nome, sono preparati con le nocciole e sono leggermente più piccoli nelle dimensioni rispetto agli amaretti tradizionali.
Scendendo verso l’Emilia-Romagna troviamo l’Amaretto di Modena. Questa versione nasce nella tradizione casalinga modenese, tant’è che ne esistono diverse tipologie a seconda delle dosi degli ingredienti e della proporzione tra mandorle dolci e amare utilizzate dalle varie famiglie.
Sono invece tipici del Lazio gli Amaretti di Guarcino, apprezzati per la loro spiccata morbidezza e per il loro sapore delicato. La loro peculiarità? La forma ellittica data dalla base di ostia sulla quale viene posato l’impasto di ogni singolo dolcetto prima che sia infornato.
Infine, un’ultima versione che vogliamo farti conoscere, è quella dei Pasti ‘i Mennula, cioè delle paste di mandorle tipiche della Sicilia. Si tratta di dolcetti solitamente a forma di raviolo a mezzaluna, coperti di glassa decorata da zuccherini o cioccolato. Il loro ripieno è a base di mandorle tritate lavorate con zucchero, come se fosse una marmellata, e arricchite da aromi e canditi. Insomma, in questo caso la leggerezza cede il passo alla golosità!